ACS: Acqua Calda Sanitaria

L’acronimo ACS, che sta per Acqua Calda Sanitaria, si riferisce all’acqua calda destinata a usi sanitari e domestici: docce, lavandini, lavatrici, lavastoviglie e così via. È un elemento fondamentale del comfort abitativo: non c’è casa, appartamento o edificio che non necessiti di una fornitura di acqua calda regolare e affidabile. Con l’evoluzione delle tecnologie, oggi è possibile produrre ACS con molteplici soluzioni: scaldabagni elettrici ad accumulo, scaldabagni a gas (sia ad accumulo sia istantanei) e caldaie combinate che integrano il riscaldamento degli ambienti con la produzione di acqua calda sanitaria. Vi sono poi metodologie più tradizionali, come i vecchi sistemi a legna, e soluzioni moderne quali l’utilizzo dei pannelli solari termici. Ognuno di questi sistemi presenta caratteristiche, vantaggi e svantaggi che variano in base alle esigenze abitative, ai consumi di acqua calda e ai costi di installazione e gestione. In questo articolo esploreremo la storia e le peculiarità dei principali metodi di produzione di ACS, soffermandoci anche sulle problematiche più diffuse, come la formazione di calcare e la manutenzione necessaria.

Una breve storia dell’ACS e dei sistemi tradizionali a legna

Prima che si diffondessero i sistemi moderni di riscaldamento, l’acqua calda veniva ottenuta principalmente riscaldando l’acqua in pentoloni o caldaie di metallo posizionate sopra una fonte di fuoco a legna. Nelle case di campagna o nelle abitazioni più antiche, era comune trovare un focolare dedicato al riscaldamento di grandi quantità d’acqua. Questa veniva poi trasportata manualmente in secchi o appositi contenitori verso il luogo in cui serviva, per esempio la vasca da bagno o il lavatoio. Sebbene questi sistemi risultassero estremamente laboriosi, rappresentavano comunque un grande passo avanti rispetto all’acqua fredda, consentendo miglioramenti sia in termini di igiene sia di comfort.

Con l’avvento delle prime caldaie a legna collegate a serbatoi di accumulo, si iniziò a diffondere un utilizzo più strutturato e continuativo dell’acqua calda sanitaria. Le serpentine, poste internamente ai boiler, sfruttavano il calore prodotto dalla combustione della legna per riscaldare l’acqua. Questi sistemi, pur essendo rudimentali rispetto agli standard odierni, risultarono rivoluzionari per l’epoca, permettendo una prima forma di “disponibilità continua” di acqua calda. Ancora oggi, soprattutto in alcune case di montagna o in edifici rurali, si trovano sistemi a legna – magari ibridi, integrati con altre fonti di calore – che richiedono però un’attenta manutenzione della canna fumaria. La fuliggine generata dalla combustione del legno può infatti ostruire lo scarico dei fumi, pertanto è essenziale provvedere a pulizie frequenti e meticolose per evitare rischi di intossicazione e per mantenere l’efficienza dell’impianto.

Scaldabagni (Sola produzione ACS)

Scaldabagni elettrici ad accumulo

Lo scaldabagno elettrico ad accumulo (o boiler elettrico) è uno dei sistemi più diffusi per la produzione di ACS, specialmente in appartamenti di piccole e medie dimensioni. È un dispositivo relativamente semplice: è costituito da un serbatoio di capacità variabile (da 50 a 100, 120 o 200 litri e oltre), isolato termicamente per ridurre le dispersioni di calore. All’interno si trova una resistenza elettrica che riscalda l’acqua fino a una temperatura impostata da un termostato (solitamente intorno ai 60-65 °C).

Il vantaggio principale di questa tipologia di scaldabagno è la facilità di installazione: non richiede collegamenti all’impianto del gas né canne fumarie. È quindi la soluzione ideale dove non sia possibile installare uno scarico fumi o dove la rete del gas non sia disponibile. Tuttavia, l’uso esclusivo di energia elettrica per riscaldare l’acqua può incidere notevolmente sulla bolletta. Inoltre, la disponibilità di acqua calda è limitata dalla capacità del serbatoio: se si consuma troppa acqua calda in breve tempo, occorre attendere che la resistenza elettrica la riscaldi nuovamente.

Anche la gestione del calcare è un aspetto importante: nelle zone con acqua “dura” (ricca di calcare), la resistenza elettrica e le pareti interne del boiler possono incrostarsi. In questi casi, è consigliabile installare un addolcitore oppure programmare periodiche operazioni di decalcificazione. Una temperatura di esercizio troppo elevata, per esempio oltre i 65 °C, velocizza la formazione di depositi calcarei, riducendo nel tempo la resa del dispositivo e aumentandone i consumi energetici.

Scaldabagni a gas ad accumulo

I modelli di scaldabagni a gas ad accumulo rappresentano una soluzione intermedia tra i boiler elettrici e quelli istantanei. Come suggerisce il nome, anche qui è presente un serbatoio dove l’acqua calda viene immagazzinata a una determinata temperatura. Il riscaldamento, in questo caso, è garantito da un bruciatore alimentato a gas (metano o GPL), collocato sotto il serbatoio. Quando il termostato rileva che la temperatura dell’acqua è scesa sotto il livello impostato, il bruciatore si accende per riportarla al grado desiderato.

Un elemento peculiare di molti scaldabagni a gas ad accumulo di vecchia generazione è la presenza della cosiddetta “fiamma pilota”: una piccola fiamma costantemente accesa che serve ad accendere il bruciatore principale quando necessario. Sebbene funzioni in maniera semplice e immediata, la fiamma pilota comporta un consumo continuo di gas; per questa ragione, i modelli più moderni integrano sistemi di accensione elettronica che eliminano la necessità di una fiamma pilota costante, riducendo gli sprechi.

Dal punto di vista dei costi di esercizio, i boiler a gas ad accumulo risultano in genere più convenienti rispetto a quelli elettrici, soprattutto dove il prezzo del gas risulta minore rispetto all’energia elettrica. Come gli scaldabagni elettrici, anche i modelli a gas accumulano acqua e, una volta esaurita la quantità disponibile, occorre attendere il ripristino della temperatura impostata. Pertanto, la scelta di un serbatoio con la giusta capacità in base al numero di utenti e alle abitudini di consumo (docce lunghe o brevi, utilizzo frequente di acqua calda in cucina, ecc.) è fondamentale.

Scaldabagni a gas istantanei

Diversamente dagli scaldabagni ad accumulo, i modelli a gas istantanei forniscono acqua calda “on demand”, cioè soltanto nel momento in cui apriamo il rubinetto. Non è presente un serbatoio di grandi dimensioni, ma un sistema di scambio termico che riscalda l’acqua in pochi secondi grazie alla combustione del gas. Questo li rende particolarmente compatti e adatti a spazi ridotti: non c’è bisogno di un grande cilindro di accumulo, né si rischia di terminare la disponibilità di acqua calda.

Un vantaggio importante degli scaldabagni istantanei è la riduzione degli sprechi energetici: non occorre mantenere costantemente un volume d’acqua a una certa temperatura, con conseguenti dispersioni termiche. Tuttavia, per garantire un flusso d’acqua calda continuo ed adeguato, lo scaldabagno deve disporre di una potenza sufficiente. Inoltre, i modelli datati potevano presentare difficoltà nel mantenere costante la temperatura, specialmente se la richiesta d’acqua calda variava bruscamente o se altri rubinetti venivano aperti. Le versioni moderne, con controllo elettronico e sistemi a modulazione di fiamma, hanno però notevolmente migliorato la stabilità della temperatura di esercizio.

Anche in questo caso è fondamentale installare il dispositivo in un locale dotato di adeguato ricambio d’aria e di scarico fumi a norma, poiché la combustione del gas produce anidride carbonica, monossido di carbonio (in condizioni di combustione non ottimale) e altri residui di combustione. Come per gli scaldabagni a gas ad accumulo, può insorgere la problematica del calcare nello scambiatore, in special modo se la temperatura di uscita è elevata e se l’acqua è dura.

La fiamma pilota negli scaldabagni a gas con accumulo

La fiamma pilota è un piccolo bruciatore sempre acceso che in passato costituiva lo standard negli scaldabagni a gas con accumulo. La sua funzione è avviare il bruciatore principale nel momento in cui viene rilevato un calo di temperatura dell’acqua nel serbatoio rispetto al valore impostato. Tuttavia, questa fiamma costante, sebbene sembri di ridotta entità, determina un consumo di gas continuo che alla lunga pesa sui costi energetici.

Oggi, la maggior parte degli scaldabagni a gas di nuova generazione ha abbandonato la fiamma pilota in favore di sistemi di accensione elettronica o piezoelettrica, che si attivano soltanto al bisogno. In questo modo, si riducono gli sprechi e si migliora l’efficienza complessiva dell’apparecchio. Nonostante ciò, alcuni modelli più datati (o di fascia economica) possono ancora presentare la fiamma pilota. È importante effettuarne la manutenzione periodica e, in caso di malfunzionamenti o di consumi eccessivi, valutare l’installazione di un dispositivo più moderno che rispetti le norme di sicurezza e di risparmio energetico.

La caldaia combinata: riscaldamento e ACS in un unico apparecchio

La caldaia combinata, detta anche caldaia “combi” o caldaia murale a gas, è un dispositivo molto diffuso nelle abitazioni moderne, poiché unisce in un solo apparecchio la funzione di riscaldamento degli ambienti e la produzione di acqua calda sanitaria. Grazie a un sistema di scambio termico a più circuiti, la caldaia riesce a servire contemporaneamente i termosifoni (o l’impianto a pavimento) e l’erogazione di ACS a rubinetti e docce.

Uno degli aspetti più interessanti di queste caldaie è che, di norma, l’acqua calda sanitaria ha sempre la precedenza sul riscaldamento. Ciò significa che, se da un lato gli ambienti si stanno riscaldando, nel momento in cui apriamo il rubinetto dell’acqua calda, la caldaia interrompe momentaneamente il riscaldamento dei radiatori per concentrare tutta la propria potenza sulla produzione di ACS, garantendo così un’erogazione rapida e costante di acqua calda alla temperatura desiderata. Questa funzione di priorità avviene grazie a una valvola deviatrice che instrada il flusso d’acqua all’occorrenza, in modo del tutto automatico.

La caldaia combinata può essere di tipo istantaneo o con piccolo accumulo interno. Nel caso istantaneo, la caldaia riscalda l’acqua al momento della richiesta, mentre nel caso con accumulo esiste un piccolo serbatoio (spesso da 20-30 litri) che garantisce una riserva di acqua calda immediatamente disponibile, utile per ridurre i tempi di attesa in fase di avvio e per mantenere la temperatura costante anche se i prelievi sono frequenti. Come tutti i sistemi a gas, anche la caldaia combinata richiede un’adeguata manutenzione e un’installazione a norma, che comprenda lo scarico fumi idoneo e un sistema di ventilazione in caso di apparecchi a camera aperta. Per quanto riguarda il calcare, la caldaia combinata soffre dello stesso problema di tutti gli scambiatori di calore: temperature molto alte e acqua ricca di calcare possono portare a incrostazioni, con conseguenti riduzioni dell’efficienza.

Manutenzione dei vecchi sistemi a legna e importanza della pulizia della canna fumaria

I sistemi a legna per la produzione di acqua calda sanitaria, sebbene ormai poco diffusi, non sono del tutto scomparsi. Alcune abitazioni di montagna, rifugi alpini, agriturismi o case storiche potrebbero ancora usufruire di caldaie, stufe o termocucine a legna collegate a un bollitore o a un accumulo. L’utilizzo della legna comporta costi di combustibile spesso competitivi (soprattutto se la legna è di produzione locale) e consente un riscaldamento piacevole, data l’emissione di calore per irraggiamento e convezione.

Tuttavia, la combustione del legno produce fuliggine, creosoto e altri residui che si depositano all’interno della canna fumaria. Se non si provvede a pulire regolarmente questo camino, il rischio è duplice: da un lato, si può verificare una diminuzione dell’efficienza del sistema di riscaldamento dell’acqua, in quanto i residui ostacolano il deflusso dei fumi e riducono lo scambio di calore; dall’altro, esiste il pericolo di incendio del camino, poiché la fuliggine può incendiarsi ad alte temperature. Ecco perché è fondamentale effettuare una pulizia “ossessiva” (o meglio, attenta e puntuale) della canna fumaria, specie se il sistema a legna è in uso costante. Questa manutenzione, da svolgere preferibilmente affidandosi a spazzacamini professionisti, garantirà un funzionamento sicuro ed efficiente, allungando anche la vita dell’impianto.

Il solare termico: l’accumulo per ACS con l’utilizzo del glicole

Con la crescente attenzione verso le fonti rinnovabili e il risparmio energetico, il solare termico ha guadagnato popolarità come soluzione per la produzione di ACS. Un impianto solare termico si compone di collettori (pannelli solari termici) installati generalmente sul tetto, collegati a un serbatoio di accumulo dove l’acqua viene riscaldata. Poiché i collettori devono funzionare anche in periodi freddi, è comune l’utilizzo di un fluido termovettore a base di glicole propilenico (o etilenico), il quale non congela alle basse temperature e che, circolando all’interno di serpentine nello scambiatore, cede calore all’acqua del serbatoio.

Questo sistema, detto a “circuito forzato” (o a circolazione forzata), prevede una pompa che fa circolare il glicole tra i collettori e l’accumulo. Il vantaggio principale è un’elevata efficienza di scambio anche con irraggiamento solare medio-basso. Un aspetto fondamentale del solare termico è la dimensione del serbatoio di accumulo: per coprire un fabbisogno di ACS significativo e garantire l’autonomia anche in giornate poco soleggiate, occorrono accumuli di almeno 200 litri o più, a seconda del numero di componenti della famiglia e delle loro abitudini di consumo. Questa soluzione risulta particolarmente vantaggiosa per famiglie numerose che desiderano ridurre i costi in bolletta e l’impatto ambientale.

Chiaramente, la produttività di un impianto solare termico dipende da molti fattori: l’orientamento dei pannelli, l’inclinazione, la latitudine e le condizioni climatiche locali. Spesso questi sistemi vengono affiancati da un generatore di calore di supporto (ad esempio, una caldaia a gas, a pompa di calore o elettrica) che interviene quando l’energia solare non è sufficiente a riscaldare l’acqua alla temperatura desiderata. Anche in questo caso, è necessario un controllo periodico del fluido glicolato e dei componenti dell’impianto, per verificare che non vi siano perdite e che la concentrazione e lo stato del glicole siano ottimali.

L’importanza della temperatura nell’accumulo: il problema del calcare

Il deposito di calcare, costituito principalmente da carbonato di calcio e magnesio, è un fenomeno che riguarda trasversalmente tutti i sistemi di produzione di ACS, soprattutto in caso di acqua “dura”. Temperature elevate (in genere superiori ai 45 °C) favoriscono la formazione di incrostazioni, che negli scambiatori di calore o nelle superfici a contatto con l’acqua possono progressivamente ridurre il flusso idrico e diminuire il rendimento complessivo degli apparecchi.

Nelle caldaie combinate, lo scambiatore secondario per l’acqua sanitaria, se incrostato, rallenta il passaggio di fluido e riduce la capacità di riscaldamento. Problemi analoghi si riscontrano negli scaldabagni ad accumulo (elettrici o a gas), dove i depositi di calcare possono occludere la serpentina interna e gli organi di controllo (come il termostato), obbligando il dispositivo a un lavoro più intenso per raggiungere la temperatura impostata. A lungo andare, ciò innalza i consumi energetici e può accorciare la vita utile dell’apparecchio. Nei casi più gravi, la rimozione completa del calcare può risultare così complessa da rendere necessaria la sostituzione di componenti costosi o, in extremis, di tutto il generatore di calore.

Per prevenire e contenere questo fenomeno, si possono adottare diverse misure:

  1. Regolare la temperatura
    Mantenere l’acqua tra i 38 e i 45 °C aiuta a contenere la precipitazione del calcare. Una temperatura di 45 °C, percepita già come “bollente” al tatto, rappresenta un buon compromesso tra comfort e riduzione delle incrostazioni. Ovviamente, occorre sempre tener conto delle normative igienico-sanitarie e dei potenziali rischi di proliferazione batterica, in particolare della Legionella.
  2. Installare un dosatore di polifosfati
    È un sistema (richiesto come prima soluzione per normativa sulle caldaie installate dopo il 2009) che può essere sia a liquido sia in polvere, in grado di immettere nell’acqua sostanze che ne riducono la tendenza a formare depositi di calcare. Non elimina il problema alla radice, ma ne limita gli effetti, specialmente quando la durezza dell’acqua è moderata.
  3. Manutenzione periodica
    Effettuare interventi di pulizia e decalcificazione regolari sugli scaldabagni e sugli scambiatori delle caldaie, servendosi di prodotti specifici che sciolgono o rallentano la formazione delle incrostazioni.

Conclusioni e considerazioni finali

L’ACS (Acqua Calda Sanitaria) è una componente imprescindibile del comfort abitativo contemporaneo. Dalla storia antica dei pentoloni sopra il fuoco a legna siamo passati, con il progresso tecnologico, a dispositivi sempre più sofisticati e integrati, capaci di fornire acqua calda in modo rapido, efficiente e sicuro. Ogni sistema, sia esso lo scaldabagno elettrico, il boiler a gas ad accumulo, lo scaldabagno istantaneo o la caldaia combinata, presenta vantaggi specifici e risponde a esigenze diverse, legate alle dimensioni dell’abitazione, alla disponibilità di determinate fonti energetiche e alle abitudini di consumo di chi vive la casa.

Nonostante la forte diffusione del gas e dell’elettricità, i sistemi a legna, seppur residui, testimoniano ancora l’importanza di una corretta manutenzione della canna fumaria, necessaria per scongiurare pericoli e mantenere le prestazioni dell’impianto. Allo stesso tempo, le energie rinnovabili stanno assumendo un ruolo sempre più di rilievo: l’impiego del solare termico per la produzione di ACS rappresenta una scelta eco-compatibile, che permette di ridurre la dipendenza da fonti fossili e di tagliare i costi in bolletta, a patto di avere uno spazio adeguato per l’installazione dei pannelli e di dimensionare correttamente l’accumulo.

La temperatura dell’acqua calda e la durezza dell’acqua restano infine aspetti centrali: un errato settaggio della caldaia o del termostato, unito a un’acqua ricca di calcare, può causare depositi che diminuiscono l’efficienza e la durata degli impianti. A tal proposito, è cruciale eseguire regolarmente controlli e manutenzioni: la sostituzione dell’anodo di magnesio, la decalcificazione degli scambiatori, il controllo dell’efficienza delle pompe e delle valvole, così come l’ispezione dei dispositivi di sicurezza (valvole di sfogo, termostati, ecc.), sono tutti interventi che contribuiscono a prolungare la vita dell’impianto e a garantire un’erogazione di acqua calda puntuale e abbondante.

In definitiva, la produzione di ACS richiede una valutazione attenta di molteplici fattori: il tipo di energia disponibile, il budget, la conformazione dell’edificio, il numero di utenti, i consumi previsti e le caratteristiche dell’acqua. Ogni sistema di riscaldamento dell’acqua, per quanto possa sembrare semplice, cela una complessità di aspetti tecnici, normativi e manutentivi che non vanno trascurati. Dall’antico fuoco a legna fino all’impianto di solare termico più all’avanguardia, l’obiettivo resta lo stesso: fornire acqua calda in modo affidabile, economico e sicuro, migliorando di volta in volta il benessere abitativo e l’efficienza energetica complessiva.

Domande Frequenti

Che cos’è l’ACS (Acqua Calda Sanitaria)?

L’ACS indica l’acqua calda destinata a usi domestici e sanitari, come docce, lavandini, lavatrici o lavastoviglie. Viene riscaldata tramite diversi sistemi (elettrici, a gas, a legna o solari) in modo da garantire il comfort abitativo.

Quali sono le principali differenze tra uno scaldabagno elettrico ad accumulo e uno scaldabagno a gas?

Lo scaldabagno elettrico ad accumulo usa una resistenza elettrica per riscaldare l’acqua immagazzinata in un serbatoio. Non richiede canna fumaria, ma può essere più costoso in bolletta se l’energia elettrica è cara. Lo scaldabagno a gas, invece, utilizza un bruciatore alimentato a gas e necessita di uno scarico fumi. Solitamente, se il gas ha un costo inferiore all’elettricità, può risultare più economico.

Come funziona la caldaia combinata per riscaldamento e acqua calda sanitaria?

La caldaia combinata (o caldaia “combi”) produce sia il riscaldamento degli ambienti sia l’ACS in un unico dispositivo. Grazie a una valvola deviatrice, dà priorità all’acqua calda sanitaria quando apriamo un rubinetto, interrompendo temporaneamente il riscaldamento degli ambienti per fornire acqua calda immediata.

In cosa consiste la fiamma pilota negli scaldabagni a gas con accumulo?

La fiamma pilota è una piccola fiamma sempre accesa che attiva il bruciatore principale ogni volta che il termostato rileva un calo di temperatura nel serbatoio. È un sistema semplice ma comporta un consumo di gas continuo. I modelli moderni, invece, adottano accensioni elettroniche o piezoelettriche che si attivano solo al bisogno.

Quali accorgimenti adottare per prevenire la formazione di calcare?

Per prevenire la formazione di calcare negli impianti di produzione di ACS, è opportuno:
Mantenere una temperatura più bassa: Impostare il termostato fra 38 e 45 °C riduce il rischio di deposito calcareo, pur garantendo un’acqua adeguatamente calda per uso domestico.
Installare un dosatore di polifosfati: Questo dispositivo, obbligatorio per impianti di nuova installazione dal 2009, aiuta a ridurre la formazione di incrostazioni, sebbene non la elimini del tutto.
Pianificare interventi di manutenzione e decalcificazione: Pulire periodicamente serpentine, scambiatori e componenti interni con prodotti specifici per sciogliere i residui calcarei, salvaguardando l’efficienza e la longevità dell’impianto.

Come si produceva l’acqua calda sanitaria in passato con la legna?

Un tempo si riscaldava l’acqua per uso domestico principalmente ponendo pentoloni o serbatoi sopra un fuoco a legna, oppure collegando una caldaia a legna a un bollitore. Sebbene questi sistemi siano oggi rari, continuano a essere presenti in alcune aree rurali o case di montagna e richiedono una pulizia costante della canna fumaria.

Quali sono i vantaggi di un sistema solare termico per l’ACS?

Il solare termico sfrutta l’energia solare per riscaldare un fluido (glicole) che cede calore all’acqua in un serbatoio di accumulo, riducendo il consumo di fonti fossili e i costi in bolletta. È particolarmente vantaggioso per famiglie numerose se ben dimensionato (almeno 200 litri di accumulo) e con un corretto orientamento dei pannelli.

Scaldabagno a gas istantaneo o ad accumulo: quale scegliere?

Dipende dalle abitudini di consumo e dallo spazio disponibile. Gli scaldabagni ad accumulo immagazzinano acqua già calda ma hanno dimensioni maggiori. Quelli istantanei sono più compatti e forniscono acqua calda solo su richiesta, riducendo dispersioni e costi energetici, ma richiedono un’adeguata potenza per sostenere picchi di consumo.

Quali rischi si corrono se la canna fumaria di un sistema a legna non viene pulita?

Se la canna fumaria è ostruita dalla fuliggine o dal creosoto, si rischia una minor efficienza nell’evacuazione dei fumi e un pericoloso accumulo di sostanze infiammabili. Ciò può portare a incendi del camino o all’emissione di gas nocivi all’interno dell’abitazione.

Perché l’acqua calda sanitaria ha la precedenza sul riscaldamento nelle caldaie combinate?

È una scelta di progettazione che garantisce il comfort immediato dell’utente. Quando si apre un rubinetto dell’acqua calda, la caldaia concentra le proprie risorse sull’erogazione di ACS, fermando momentaneamente il riscaldamento degli ambienti. Appena il prelievo termina, la caldaia riprende a riscaldare i termosifoni o l’impianto a pavimento.

Marco B.
visit: https://www.bellelli-assistenza.it/

Esperto del settore riscaldamento, con oltre 12 anni di esperienza nella manutenzione e assistenza di caldaie residenziali sotto i 35 kW, mi dedico a offrire ai clienti un servizio accurato e specializzato. Collaboro principalmente con marchi di qualità come Euroterm, Innovita, Fondital e Radiant. Grazie a una formazione continua presso i produttori e a migliaia di interventi sul campo, ho sviluppato una profonda conoscenza delle esigenze dei clienti e delle tecnologie più moderne. La mia missione è garantire comfort e sicurezza, offrendo soluzioni efficienti e personalizzate per ogni necessità di riscaldamento.

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